Filippo Romolo Neri, patrono di Gioia del Colle, è stato un educatore italiano nato a Firenze il 21 luglio del 1515. Figlio di Francesco Neri, notaio fiorentino, e di Lucrezia da Mosciano, Filippo – nel 1524 – intraprese la strada degli studi alchemici. Compiuti i diciotto anni, Filippo Neri, lasciò la città natale per trasferirsi a Cassino ed esser avviato alla professione di commerciante. Ma fu proprio in quegli anni che iniziò a sentire “la chiamata” alla vita religiosa e, nel 1534, si recò a Roma come precettore di Ippolito e Michele Caccia, figli di un funzionario della dogana pontificia; questa vita fu, dopo poco, abbandonata dal Santo che iniziò l’eremitaggio. Deriso e beffeggiato da molti giovani romani, egli si dedicò alla cura dei malati e dei più fragili prestando la propria opera negli ospedali di San Giovanni e Santo Spirito; qui, a Roma, intraprese la propria missione evangelica che culminò nell’istituzione della Confraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini.
Decisivi saranno gli anni che seguiranno la morte di suo padre, avvenuta nel 1559, a seguito del quale conobbe il cardinale Carlo Borromeo, noto come San Carlo, con il quale instaurò un rapporto di amicizia e rispetto reciproco e, su richiesta di Papa Pio IV si trasferì a Milano, ove sarà alla guida della chiesa dedicata a San Giovanni Battista de’ Fiorentini, e il cui oratorio sarà affidato dallo stesso Santo ai giovani. L’amore per il gioco, per il divertimento e per l’animo genuino e giovane fece di San Filippo Neri Santo della gioia e Apostolo di Roma, uno dei santi più colti, dai connotati burleschi della storia della Chiesa: egli si offriva a tutti con generosità e amore incondizionato e accompagnava, spesso, i discorsi con l’umorismo. Proclamato Santo nel 1622, ventisette anni dopo la sua morte, è venerato nella città di Gioia del Colle, della quale è Patrono.
Il 26 maggio di ogni anno Gioia del Colle si riempie di colori e di note musicali per festeggiare San Filippo, il suo patrono. Anche grazie all’attività del Comitato Feste Patronali, la festa vede il susseguirsi di iniziative che coinvolgono direttamente i gioiesi: manifestazioni civili, culturali e religiose commemorano il santo della Gioia. La banda, le luminarie, le giostre, le strade a festa coinvolgono grandi e bambini nei festeggiamenti di un educatore che ha reso l’umanità erede di un prezioso modello pedagogico che affianca il gioco e il divertimento all’insegnamento, un esempio di civiltà e di educazione sociale.