Una trattoria contemporanea, tra antiche tradizioni e moderne rivisitazioni. Il ritorno a Fasano di Vito, Pietro e Luigi. Storie di migranti al contrario.
Trattoria rievoca il profumo di antico. Essere contemporanei è provare uno slancio verso il futuro. “ArdeCuore” è la trattoria contemporanea di Fasano per eccellenza. Antica e moderna allo stesso modo. Come “l’immoto andare” del poeta premio Nobel Eugenio Montale. L’immoto è il restare ancorati a un passato che ci appartiene. L’andare è la capacità di guardare oltre. Un ossìmoro del buon gusto. Un locale che guarda alle radici e costruisce il futuro. Non a caso il progetto dei tre titolari amici Vito, Pietro e Luigi è racchiuso nel nome stesso della società: Radici umili.
I contrasti (antico e moderno) si respirano tra le mura in pietra viva del locale di Corso Vittorio Emanuele 109. I contrasti si ascoltano nella selezione di dischi che abbracciano la storia e l’attualità della musica italiana. I contrasti si assaggiano nei piatti di chef Luigi, dalle radici che riaffiorano ai giorni nostri. I contrasti sono nelle storie di vita dei tre titolari Vito Pietro e Luigi. Tre ragazzi che hanno fatto un viaggio nel futuro e poi hanno scelto di tornare per riabbracciare Fasano, la terra dove tutto ha avuto origine.
Come nasce ArdeCuore.
Il loro legame nasce ben prima di ArdeCuore. Erano tre amici le cui strade, dove in gioventù si giocava come ardenti ragazzini, a un certo punto si sono separate per lavorare all’estero, ciascuno nel proprio campo della ristorazione. Dopo tanti anni lontani da quelle radici fasanesi, il richiamo è stato forte. Ma anche il bagaglio, umile in partenza, si è poi arricchito di vita vissuta all’estero, di sacrificio e sudore, di sogni nell’angolo nascosto di quella valigia. Il sogno era tornare a casa, dove tutto è cominciato, dove in fondo si vive bene, la qualità di vita è sostenuta dall’ambiente paesaggistico ancora intatto, dalla natura e dalla storia dei luoghi che oggi ci invidiano da tutto il mondo.
Una sera, un annuncio di vendesi attività in quel Corso di Fasano, ha richiamato l’attenzione dei tre vecchi amici. Pietro ricorda: “Ci siamo guardati e ci siamo datti: facciamo qualcosa per valorizzare la nostra terra e il nostro paese?” Così è cominciato a battere il cuore di ArdeCuore. Vito è più attento ai vini ed è l’anima manageriale della trattoria. Pietro è il jolly perfetto che cura la sala e i distillati. Luigi è la creatività dei piatti.
Tre storie di migrazioni al contrario. Tutti e tre conducevano una vita tranquilla all’estero, ma lontana da quelle radici che hanno bisogno di nutrimento e passione. Nonostante questo, Vito, Pietro e Luigi hanno scelto con coraggio di fare un salto nel vuoto, solo per l’attaccamento alla terra e perché credono nella ricchezza che offre il nostro territorio.
I piatti della tradizione, che guardano al futuro.
ArdeCuore ha cominciato a “battere” il 9 luglio del 2020 con il primo durissimo ostacolo della pandemia da superare. Non è stato difficile superarla grazie alla qualità dei prodotti che convincono i clienti. ArdeCuore coniuga con fantasia, ma anche tanta semplicità, le materie prime che offre la nostra terra. I piatti seguono il ciclo delle stagioni, le carni sono ricercate, la cantina è assortita.
Uno dei tanti esempi è il laganaro con stracotto di vitello. O la pasta lunga con la pregiata farina senatore Cappelli. Lo stracotto di vitello tipo ragù antico che le nonne preparavano dall’alba, a fuoco lento, con tanto amore. Ragù che ArdeCuore accompagna con funghi cardoncelli e fonduta di provola.
Qui è possibile provare il tradizionale tarallo gileppato tipico delle feste pasquale, ma nella versione contemporanea, ossia accompagnato con una montata di ricotta, miele, cotto di fichi e mandorla.
Durante i pranzi e le cene è difficile non cadere nella tentazione di canticchiare a tavola, grazie alle selezioni musicali di Pietro, l’anima musicante di ArdeCuore, che a fine giornata carica le playlist su Spotify e i clienti possono riascoltare i brani a casa.
Vito, Pietro e Luigi pensando già al domani, al come farlo e cosa farlo. Un esempio per i giovani che desiderano tornare a riabbracciare la nostra madre terra. “Più siamo e meglio sarà. Più attività ci saranno e più aumenterà la qualità dell’offerta. Un beneficio per tutta la comunità fasanese”.