La storia ottocentesca di Gioia del Colle è permeata nella cultura odierna attraverso i suoi
palazzi storici gentilizi che si ergono maestosi tra la modernità, e continuano a raccontare
di un passato antico, tessuto connettivo dell’intera comunità.
Tra le vie del centro e nelle periferie, lo sguardo del visitatore è attratto da queste architetture
ricche di elementi classici, talvolta impreziosite da capricci eclettici, come le affascinanti
maschere apotropaiche, volti terrificanti e irridenti, poste in funzione apotropaica per allontanare malocchio ed avversità.
I palazzi padronali appartenevano alle famiglie gioiesi nobili e benestanti, che in larga specie guidavano l’economia cittadina e dalle fucine di donne e uomini operosi che animavano alacremente i diversi piani degli edifici.
Nel tessuto urbano della città antica facevano da contraltare alle umili e modeste abitazioni
del popolo, il quale viveva all’ombra della ricca borghesia agraria, che dalla metà del ‘700 in
poi, si attestò a Gioia.
I sontuosi ingressi monumentali, spesso contraddistinti da archi a bugnato, celano alla vista dei passanti interni impreziositi da pitture, stucchi e decorazioni arricchiti da grandi scaloni dalle ringhiere in ferro artisticamente lavorate, che immettono al piano nobile, dove risiedeva la famiglia proprietaria.
Tra i principali palazzi storici troviamo: Palazzo Lattarulo, Palazzo Pagano, Palazzo Pinto (ora avv. Surico), Palazzo Romano (già Regia Scuola dell’avviamento), Palazzo Soria, Palazzo Surico, Palazzo D’Eramo ed i Palazzi e le meravigliose ville della famiglia Cassano.
(Francesca Donvito)