La Chiesa Madre fu edificata al di fuori delle mura della città alla fine del XI secolo da Riccardo Siniscalco ed intitolata a S.Pietro.
Nel 1764, la Chiesa fu abbattuta con tutti i monumenti che l’arricchivano in seguito ad una sommossa capeggiata da Giannantonio Monte, contro i simboli del potere baronale. Fu, tuttavia, subito ricostruita, così come oggi si presenta, dall’architetto Pasquale Margolfo.
Nel 1845 fu annessa alla Chiesa Madre, la cappella del Santissimo, di proprietà della confraternita del Purgatorio che qui officiava (la cappella è stata successivamente denominata Cappella di Maria Bambina).
Nel 1857 l’edificio subì gravi danni in seguito ad un violento terremoto. I lavori di ricostruzione furono ultimati nel 1893.
Durante questi ultimi lavori per la sistemazione delle fondamenta, si scoprì che quasi tutto il sottosuolo era anticamente adibito a luogo di sepoltura.
Ormai da secoli intitolata a Santa Maria Maggiore, la chiesa tiene soprattutto il culto cittadino di San Filippo Neri, a cui si attribuiscono miracoli avvenuti durante i terremoti e le carestie dei secoli scorsi.